Una delle soluzioni più adottate nell’odontoiatria moderna per la sostituzione di un elemento dentale mancante è l’implantologia dentale.
L’impianto dentale, generalmente in titanio, di forma conica o cilindrica, viene inserito nell’osso mascellare o mandibolare fungendo da supporto per la protesi dentale.
Questa può essere singola nel caso sia da rimpiazzare un singolo dente o multipla nel caso siano più di uno gli elementi da sostituire.
In sostanza, l’impianto simula la radice del dente e ne costituisce il supporto.
Il meccanismo biologico alla base del successo dell’implantologia dentale è l’osteointegrazione, che è un processo dinamico in cui si forma un contatto diretto tra l’osso e l’impianto stesso.
Come si svolge l’intervento di implantologia dentale?
Il posizionamento di uno o più impianti dentali prevede delle fasi sequenziali protocollate che hanno poca variabilità al cambiare del dispositivo o del modello di impianto utilizzato. La variabile che può influenzare la modalità con cui si posizionano gli impianti è quella della chirurgia guidata, con la quale il clinico non deve decidere la posizione della fixture (vite endossea) al momento della chirurgia, in quanto lo ha già fatto nella progettazione.
Queste sono le fasi dell’implantologia dentale:
- anestesia locoregionale abbinata o meno a sedo-analgesia (sedazione cosciente);
- apertura del lembo chirurgico (se necessario): alcune procedure, infatti, prevedono il posizionamento dell’impianto senza che la gengiva venga allontanata dall’osso (procedure dette flapless);
- utilizzo di frese sequenziali (lunghezza e diametro) per la creazione del foro dove alloggerà l’impianto;
- inserimento dell’impianto nella sede preparata e sua protezione con una vite di guarigione;
- procedure di incremento dei tessuti duri o molli se necessarie;
- sutura della ferita nelle procedure che hanno previsto l’apertura del lembo chirurgico;
- posizionamento del provvisorio nelle procedure che hanno previsto un carico protesico immediato o scansione (impronta digitale) affinché il manufatto venga realizzato.
Quanto dura l’intervento di implantologia dentale?
L’intervento di posizionamento di uno o più impianti dentali ha normalmente una durata di circa un’ora. Tempo che può aumentare qualora siano necessarie procedure rigenerative dei tessuti duri o molli.
La durata dell’intervento chirurgico è oggi diminuita molto rispetto al passato, a fronte di un maggior tempo dedicato alla programmazione digitale della posizione dell’impianto stesso. Nelle situazioni in cui sia necessario posizionare un numero elevato di impianti o quando le condizioni sistemiche o psicologiche del paziente lo richiedano, è opportuno procedere alla chirurgia implantare in regime di sedazione: con questa scelta la gestione del fattore “tempo” per il paziente diventa assolutamente secondaria.
Qual è la corretta posizione dell’impianto?
Come abbiamo già descritto, l’impianto dovrebbe simulare il più possibile la radice del dente da sostituire.
Questo dovrebbe avvenire sia in termini di forma che di posizione. A livello di forma, il diametro dell’impianto varia a seconda della zona edentula e del tipo di dente (anteriore o posteriore) da sostituire; a livello di posizione il concetto fondamentale è che l’impianto sia inserito nel punto ideale alla realizzazione del dente protesico.
In gergo tecnico si intende che l’impianto vada inserito in “posizione protesicamente guidata”. In effetti è la forma del dente protesico che deve determinare la corretta inclinazione dell’impianto nei vari piani dello spazio.
Implantologia dentale: come è possibile capire dove mettere esattamente l’impianto?
Nell’odontoiatria moderna negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione sulle tecniche diagnostiche in questo campo.
In particolare, nell’implantologia dentale, oggi è possibile studiare la posizione ideale dell’impianto attraverso metodiche diagnostiche accuratissime in grado di poter predisporre delle guide da utilizzare al momento della chirurgia di inserimento. La procedura si avvale di una tecnica guidata da un software. Una volta raccolti i dati con una tomografia Cone beam (a fascio conico) ed una scansione delle arcate dentarie (solitamente digitale), è possibile simulare al computer la posizione corretta dell’impianto considerando l’osso in termini tridimensionali e la protesi finale.
Una volta pianificata la corretta posizione implantare il processo prevede la preparazione di “mascherine “chirurgiche che non sono altro che guide da utilizzare durante la chirurgia.
Le guide consentono di inserire l’impianto nella posizione pianificata, considerati tutti i parametri anatomici e protesici per consentire una corretta realizzazione del piano di cura.
Se la posizione dell’impianto non è corretta cosa può succedere?
In assenza di una posizione implantare corretta si susseguono due problematiche che possono compromettere il risultato e la durata della riabilitazione:
- la prima è l’impossibilità di realizzare un dente protesico concepito in modo ideale nel rispetto dei tessuti molli, dei denti vicini e antagonisti.
- La seconda, strettamente correlata alla prima, è l’impossibilità del paziente di eseguire un buon controllo di placca, mediante l’igiene orale domiciliare. La letteratura scientifica indica come sia determinante il controllo di placca per il mantenimento dello stato di salute.
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